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Vestito Gucci anno1967con bottoni in argento e stampa "I FUNGHI di V.ACCORNERO.

Vittorio Accornero de Testa (1896-1982) esordisce nel primo dopoguerra nel campo dell’illustrazione, inizialmente sotto lo pseudonimo di Max Ninon. Numerose le pubblicazioni, anche insieme alla moglie Edina Altara, con riviste prestigiose come “L’Illustrazione Italiana”, “La Lettura”, “Grazia”, “Il Secolo XX” e con Mondadori, Mursia, Hoepli. A metà degli anni Trenta, dopo essersi affacciato al mondo del cinema, come scenografo e costumista, comincia a lavorare per il Teatro alla Scala. Negli anni Cinquanta si dedica alla pittura e il suo stile evolve verso un naturalismo che si ispira all’arte soprattutto del Seicento. Nel 1960 avvia l’insegnamento presso Accademia di Brera, nello stesso anno la chiamata di Rodolfo Gucci, figlio del capostipite dell’azienda, dà vita a una collaborazione che durerà per un ventennio.
I primi foulard di Accornero per Gucci sono variazioni sul tema dei mezzi di trasporto, dei pompieri e dei velieri; caratterizzati da un impianto narrativo e da un’impaginazione molto semplice, sia nei colori sia nel disegno. A questo tema si aggiunge quello della fiaba e del Medioevo, con immagini legate alla caccia e ai cavalieri. Una novità importante si ha con l’adozione dei temi floreali e della stagionalità dei motivi, introdotta con Flora. L’artista rompe così la composizione simmetrica e speculare e punta su un disegno ricco di dettagli e colori. L’iconico Flora, creato nel 1966 per
Grace Kelly e caratterizzato da 9 bouquet di fiori tra cui campeggiano farfalle e libellule in mostra affiancherà la fragilità della bellezza di Vaso di fiori con anello e pietre preziose (1612) di Jan Brueghel il vecchio.
Continui sono gli omaggi di Accornero alla storia dell’arte. Nei primi foulard si colgono riferimenti alle miniature dei fratelli Limbourg presenti nelle Très Riches Heures del Duca di Berry, Flora rimanda alla Primavera di Botticelli: una strepitosa pioggia di colori minuziosamente interpretata in un giardino di seta.

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